Due film simili ma così diversi. Lo
scheletro della trama e il finale effettivamente combaciano: un vecchio
burbero con una propria visione tradizionalista del mondo, la cui vita viene
sconvolta dall’arrivo di vicini stranieri. Ma come vengono sviluppate le due
storie e gli spunti dati sono completamente differenti.
In Mr Ove la vita del
protagonista è ripercorsa attraverso i suoi legami affettivi.
In Gran Torino il passato
riaffiora per mostrare i sensi di colpa del protagonista, un veterano della
Guerra di Corea.
MR OVE
drammatico-commedia: più drammatico
Questo film del 2015 è stata
una vera scoperta e merita assolutamente le due candidature agli Oscar
assegnatogli.
Mr Ove è un uomo rigido,
fissato con le regole del vicinato e con una sua visione del mondo. Diventato
più burbero e associale alla morte della sua amata Sonja, grazie all’arrivo di
nuovi vicini scoprirà che le diversità culturali ed etniche non sono barriere
all’amicizia e al rispetto.
Il film inizia un po' lento è
vero, ma è una scelta voluta per creare lentamente una profonda empatia, a man
mano che si ripercorre la vita del protagonista. Le inquadrature ed i dialoghi
non sono quelli dei film americani a cui siamo abituati, ma dopo averci preso
un attimo la mano sono affascinanti.
Le migliori relazioni si
forgiano dall’intreccio di lacrime e risate e questo film conquista il telespettatore
altalenando momenti leggeri a drammi, in un’escalation sempre maggiore di
coinvolgimento che terrà lo spettatore con un nodo alla gola e un sorriso fino
alla fine.
GRAN TORINO
commedia-drammatico: più commedia
Film girato nel 2008… lo
ritengo uno dei grandi capolavori del cinema dal 2000 in poi.
Walt Kowalski è un
pensionato, razzista, veterano della guerra di Corea, che ha lavorato tutta la
vita alla Ford e che ritiene i due figli degli incompetenti. La morte della sua
amata moglie e la scoperta di essere malato, coincidono con l’arrivo di nuovi
vicini asiatici che cambieranno la sua vita.
Tutti dovrebbero guardare
almeno una volta nella vita questo film ricco di sarcasmo, di comicità non
scontata, un pizzico di dramma, di spunti razzisti, di bullismo e pure di
cattolicesimo. Un mix che rende la pellicola unica e inimitabile.
Il film trae il nome dalla
macchina di Walt: una Ford Gran Torino degli anni ’70. L’intera trama ruota
attorno a questa automobile, che nel finale sancirà anche il legame tra il
protagonista e i nuovi amici, un ponte tra due mondi differenti.
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